Web Summit 2016

WebSummit: cosa resta dopo un evento speciale. Cerco di spiegarlo. Ho partecipato all’edizione di quest’anno del Web Summit a Lisbona. Il Web Summit è un evento che è stato organizzato per anni da Paddy Cosgrave a Dublino e che per questa edizione si è spostato a Lisbona. Ha la fama di essere uno dei principali eventi mondiali sul digital. Quest’anno ha raccolto 50 mila presenze, persone di valore: imprenditori, idealisti, geni della cultura digital. A margine di questo evento ho tre riflessioni che volevo condividere.

Prima. L’evento si è spostato da Dublino a Lisbona. Io non so quali siano state le vere ragioni che hanno portato a questo. Vi racconto una mia esperienza. Da giovane ho avuto modo di partecipare all’organizzazione del Summit Mondiale dei Premi Nobel della Pace. E’ un evento annuale che riunisce alcuni dei principali Premi Nobel della Pace viventi e si parla di diritti umani e proposte di pace. Era un evento nato a Roma e fortemente legato alla giunta politica che governava la Capitale, quella di Veltroni al tempo. Quando Veltroni non è più stato sindaco di Roma, hanno deciso di rendere itinerante il Summit, quindi è stato organizzato prima a Parigi, poi a Berlino, ad Hiroshima e poi probabilmente in altre città, ma non lo so perché non l’ho più seguito. Beh, quello che è accaduto è stato un salto di qualità del Summit, una internazionalizzazione, una maggiore partecipazione, mondiale, sempre ovviamente con un focus sull’Italia, in quanto italiana era l’organizzazione, ma anzi dall’Italia sembrava una cosa ancora più importante. Cioè una difficoltà, quello di non fare più il summit a roma, causa mancato supporto politico e logistico della nuova giunta della capitale, è stata la spinta per fare un evento ancora più grande. Ed è quello che ho visto accadere anche a Lisbona. C’è stato un salto di qualità del web summit. Non conosco le precedenti edizioni perché questa è stata la prima a cui ho preso parte, ma hanno raddoppiato le presenze, hanno avuto all’apertura un parterre istituzionale che comprendeva primo ministro, presidente e sindaco di Lisbona, tutte le televisioni nazionali e internazionali, un clima da stadio: insomma, hanno retto e si sono affermati.

Seconda. Come lo hanno comunicato? Bene, direi. Hanno scelto un mezzo: Facebook, lo hanno usato secondo le logiche del social network: Facebook sta diventando una video company con focus sulle dirette e quello che si sono inventati è stato un giro dell’Europa (e del Mondo), hanno toccato 280 città, incontrando startupper in tutti i luoghi dove sono stati. Hanno fatto delle dirette video, con questi camper, da questi camper. Tutto documentato sulla pagina Facebook. Ogni cosa va documentata. Sono stati a Milano, hanno incontrato meno di un centinaio di persone, il loro camper sarà stato visto da quante persone in tutto: forse 300? Ma documentandolo video su Facebook, ogni diretta raggiungeva diverse migliaia di persone. Hanno fatto qualcosa di bello, di live, sia andando in giro per il mondo in camper, sia facendo delle dirette e lo hanno comunicato sul media dei live, mondiale e di massa per eccellenza, ora: una combo perfetta 🙂

E poi questi camper sono arrivati a Lisbona dove sono rimasti in bella vista, a documentare l’impresa, al centro di tutte le sale. Ed è diventata una occasione per fare business, perché ovviamente li al summit si faceva vedere che erano camper Fiat, che c’era una società che non conosco che li noleggiava, etc.

Terza. L’evento era confuso, incasinato, ma ha funzionato. Perché è stato organizzato bene. Le critiche fanno parte del gioco, ma la verità è stata che funzionava. la rete wifi ha retto per le 30mila persone che ogni giorno si collegavano. Pensate in Italia. A volte le rete non regge per 20 persone, lì a Lisbona ha funzionato per 30 mila persone, di cui una buona metà stava facendo video che trasmetteva su Facebook, Snapchat o Instagram.

Poi, Avevano deciso uno schema di gioco, verticistico sugli investitori, e quindi con le startup in secondo piano, e lo hanno mantenuto, mi pare che tanti hanno avuto contatti proficui per lanciare le proprie idee. Su questa strategia che premiava l’investitore hanno messo tutto in secondo piano, per questo è normale che le start up si lamentavano di avere poco spazio, che non c’era confusione nel presentare le idee, però si vince alla fine e la verità è stata che chi aveva il prodotto buono, nonostante tutto, in mezzo a quel marasma, ha avuto il contatto che cercava.

Per ultimo, vi dico cosa mi porto a casa io, che è in parte una riflessione su dove sta andando il digital.

Primo: rendere rock ed esclusiva ogni cosa che si fa. Il web summit era di massa ma il biglietto costava parecchio, poi potevi averlo gratis, ma dovevi ad esempio alloggiare in strutture esclusive. Se eri uno studente e giovane, costava 10 euro al giorno e 10 euro per uno studente sono tanti. Insomma, di massa ma non per tutti. l’esclusività RENDE speciali le cose.

Dove sta andando il digital: realtà aumentata, video e connessione, che è anche collaborazione. La realtà aumentata ci rende un po’ tutti super eroi e ora è sempre più accessibile a tutti.

Il mondo sta andando verso i video, che riesce a comunicare sui video vince. Un video anche se brutto è più impattante, ovunque, di un qualunque altro media gestito bene.

Infine la collaborazione: tutte le cose che funzionano sono frutto del remix fatto dalla community. Si vince insieme, insomma.

Infine, bisogna dedicasi, ci vuole tanto impegno e li c’era gente che ha dedicato la propria giovane vita ad una idea e questo rendeva speciale il tutto, perché erano tanti, con tante idee e progetti speciali, ma con un fine comune: fare del mondo un posto migliore, attraverso un buon uso giusto del digital.