In Yemen c’è una isola leggendaria, situata nell’Oceano Indiano, si chiama Socotra ed è l’ultimo paradiso terrestre, dichiarato nel 2008 Patrimonio dell’Umanità. È un luogo lontano dalle rotte turistiche: e su questa isola si è ritirata per scappare all’emergenza Coronavirus la youtuber Eva Zu Beck, la cui storia viene narrata nel podcast
In Yemen c’è una isola leggendaria, situata nell’Oceano Indiano, si chiama Socotra ed è l’ultimo paradiso terrestre, dichiarato nel 2008 Patrimonio dell’Umanità.
È un luogo lontano dalle rotte turistiche: ha imponenti dune di sabbia e scogliere rocciose, ma sopratutto ospita migliaia di specie endemiche, piante e animali che vivono solo qui, in nessun altro luogo del mondo. Sono specie che si sono adattate ad essere isolate in mezzo all’oceano, da almeno 18 milioni di anni, quando questo piccolo lembo di terra e sabbia si è staccato dall’Africa. Qui trovi animali bizzarri, pesci e una grande varietà di vegetazione che si è adattata al clima tropicale desertico di questa remota regione ai confini del medioriente.
L’icona e simbolo di questa isola è la dracena arborea cinnabari, meglio conosciuta come “l’albero sangue di drago” per via del colore rosso della sua resina, un albero che ha questa caratteristica dei rami all’insù, grazie ai quali riesce a raccogliere l’umidità montana.
Sull’altipiano di Dixsam forma una vera e propria foresta che non si trova in nessuna altra parte del mondo.
Questo luogo è magico, lo scrittore Alberto Moravia, uno dei più grandi della letteratura italiana, ci riuscì ad andare nel suo ultimo viaggio prima di morire per vedere quelle piante mitiche, Marco Polo raccontò la magia che trasmettevano gli abitanti dell’isola e questo luogo è stato riconosciuto come patrimonio mondiale dell’UNESCO per il suo straordinario paesaggio e la sua biodiversità unica al mondo.
Socotra è la più grande di un arcipelago che ha altre tre isole minori e qualche scoglio, le altre si chiamano ʿAbd al-Kūrī, Darsa e Samha, soprannominate anche “Il fratello” e “La sorella” dai locali e sono situate nell’Oceano Indiano, poco al largo del Corno d’Africa, a circa 300 km dalla costa somala e 350 km a sud della Repubblica dello Yemen a cui appartengono, e che le amministra. Il principale centro abitato è Hadibu, che è anche l’unico luogo dove ci sono i servizi, degli hotel e i supermercati e il wi fi. Si parla di Socotra come una isola deserta, ma in realtà ha una popolazione che va dai 50 ai 60mila abitanti, prevalentemente arabi, con minoranze africane. L’isola di Socotra è costituita da una piccola piana costiera, altopiani calcarei di tipo carsico e i monti Haghier che superano i 1500 metri d’altezzza in una isola che è lunga poco più di 100km. Per i marinai era un posto da temere, con secche insidiose, violente bufere, abitanti ritenuti capaci di controllare i venti e dirigere le navi verso la riva per impadronirsene e saccheggiarle. Oggi l’abbondante biodiversità di Socotra attira un nuovo genere di esploratori, ma non è mai stato un posto turistico proprio per la difficoltà nel raggiungerle.
Per sei mesi all’anno le isole sono pressoché irraggiungibili a causa delle tempeste monsoniche, e la mancanza di approdi riparati le rende poco ospitali anche nei rimanenti sei mesi. Dopo la riunificazione dello Yemen nel 1990 ha iniziato ad approdare qualche nave ed è stata costruita una pista di atterraggio per gli aerei.
Emergenza Coronavirus a Socotra
Sull’isola il coronavirus non è mai arrivato, dal momento che sono pochi a giungere fin qui. Ma è difficile saperlo con certezza. A causa delle poche strutture e della mancanza dei controlli non si ha la certezza. Attualmente, sono segnalati molti casi nello Yemen continentale, teatro di una delle peggiori guerre civili del pianeta e anche una delle meno conosciute. Dal continente c’è sempre un po’ di traffico in barca verso l’isola, che quando sbarca non pare si metta in quarantena correttamente, gli abitanti di soccorra stanno cominciando a prendere preoccupazioni. E sebbene non ci siano più turisti, la Gente ha continuato ad arrivare sull’isola. Le persone hanno cominciato a mettersi in allerta, non è più sicuro viaggiare per l’isola e hanno paura che alla fine il virus arrivi pure su questa remota isola. Così anche qui ai confini del medioriente, a 300 km dalla terraferma hanno cominciato a salutarsi a distanza senza abbracciarsi, a cucire le mascherine e prendere misure precauzionali per Prepararsi al futuro. Il problema più grave è la limitata infrastruttura sanitaria. In tutto lo Yemen, non solo a Socotra, non ci sono tamponi, pare che manchino i ventilartori. E’ un paese che è attraversato da una violenta guerra civile, è tutta una situazione complicata e molto difficile dove, per fortuna, fino ad oggi questa isola magica ne è rimasta illesa, proprio perché qui è praticamente impossibile arrivare.
Non ci sono barche o aerei, se non da Sanaa, la capitale del paese in piena guerra. Per entrare nell’isola serve un un visto yemenita all’ingresso che va richiesto ad un governo provvisorio in lotta. Per il piccolo aeroporto del isola viaggia un solo aereo alla settimana, se pieno, dal Cairo. E una volta sull’isola non ci sono ristoranti, mezzi di trasporto o luoghi dove dormire, occorre portarsi una tenda o noleggiare un mezzo di trasporto, moto o macchina nella capitale Hadibo. Insomma uno degli ultimi luoghi esotici al mondo.
EVA SULL’ISOLA
Tra gli ultimi arrivati sull’isola, prima del lockdown mondiale, che ha bloccato i voli e gli aeroporti di tutto il mondo, c’è stata Eva, Eva Zu Beck, influencer vera, una travel blogger e youtuber che online viaggia verso i 2 milioni di follower che la seguono quotidianamente nelle sue destinazioni non comuni da questa parte del mondo, il medioriente. Con i suoi vlog di viaggio ha fatto conoscere al mondo il Pakistan, il Bangladesh , il Kurdistan Iraqeno e la Siria, e negli ultimi due mesi ha trascorso la pandemia in una spiaggia deserta di sabbia bianca, in questa che una delle isole più isolate del mondo.
Eva si sveglia alle 5.30 quando sorge il sole, esce fuori dalla sua tenda in riva al mare, indossa una maschera con boccaglio, afferra un lungo pezzo di legno con un gancio di metallo a fiocina, e si tuffa nel calmo Oceano Indiano alla ricerca della sua colazione. Questa è stata la normalità per 80 giorni della 29enne YouTuber, che si è stabilità a Socotra per la Quarantena.
Eva zu Beck è arrivata a Socotra l’11 marzo per compiere la prima maratona sull’isola con un volo commerciale che parte settimanale dal Cairo. Insieme ad altri 40 turisti internazionali, doveva rimanere per due settimane.
Il 15 marzo, dopo che lei e gli altri partecipanti avevano appena completato la gara, i funzionari di Socotra hanno annunciato che l’isola avrebbe chiuso i suoi confini e che i maratoneti avrebbero dovuto tornare a casa il prima possibile.
Lei ha scelto di rimanere in quel paradiso e restare bloccata su quell’isola deserta, con il permesso dei funzionari di Socotra, insieme ad altri quattro turisti.
Ma non tutti i suoi follower sono d’accordo con la sua decisione di visitare un’isola remota e potenzialmente vulnerabile alla pandemia. Lo stretto contatto che si ha con la comunità locale dove manca una legislazione che imponga restrizioni, l’isola è uno dei pochi luoghi sulla terra che ha continuato a funzionare normalmente. È come se fossimo in un universo parallelo.”
Quando è arrivata a marzo nell’isola e lo screening medico all’entrata l’ha rassicurata sul fatto che non stava introducendo il virus lei è stata tranquillo che tutto fosse apposto.
A differenza dello Yemen continentale, che è stato devastato dalla guerra civile in corso, il sistema sanitario di Socotra è supportato dagli Emirati Arabi Uniti, il che significa che il livello è relativamente buono e sicuramente più alto che nel resto del paese.
Sull’isola non ci sono misure di allontanamento sociale o blocchi. Si è liberi di visitare gli amici e di muoversi come si preferisce.
Lei ha detto che se avesse saputo come si sarebbe evoluta la pandemia lo rifarei, no, non lo rifarei.
Eva dopo il primo mese di luna di miele con l’Isola, in cui quasi quotidianamente è riuscita a pubblicare video su YouTube per raccontare la sua vita in quarantena sull’isola, ha poi gradualmente cessato e ha cominciato a trascorre gran parte della sua giornata in altro modo
“La vita su Socotra è lenta”,. “Trascorro la maggior parte dei giorni fuori a leggere un libro, a scrivere sul mio diario o a fare escursioni in montagna da sola”
L’ospitalità locale rende possibile un soggiorno prolungato. A Socotra i servizi si trovano solo nella capitale, Hadibu, lei ha trascorso gran parte dei suoi primi due mesi in campeggio selvaggio o affittando camere per gli ospiti di base da famiglie locali di pastori di capre nei villaggi rurali meno popolati di Socotra, tornando a Hadibu solo per Wi-Fi, lavanderia servizi ed elettricità per caricare i suoi dispositivi.
Nelle ultime 3 settimane Eva ha trascorso la maggior parte del suo tempo in una casa di famiglia in un villaggio fuori la capitale per poi riuscire a prendere uno degli ultimi traghetti che viaggiavano verso gli Emirati Arabi, prima dell’arrivo della stagione dei monsoni quando lasciare l’isola sarebbe diventato davvero arduo almeno fino alla fine dell’estate.
Nello Yemen le lotte quotidiane non si sono mai fermate. Qui il coronavirus è solo un’altra crisi in cima a una montagna di problemi che vanno dal colera alla fame all’instabilità politica alla paura di morire per un attentato in qualsiasi momento.
Lo Yemen è vittima della peggiore crisi umanitaria provocata dall’uomo. 24 milioni di yemeniti hanno bisogno di assistenza sanitaria immediata, non solo per il virus.
Ovviamente L’isola di Socotra non è la solita destinazione per le vacanze.
È incredibilmente difficile da raggiungere, pur nei periodi migliori e senza alcun kit sanitario, nessuno può essere sicuro che sia immune dal COVID-19 così
Lei Ha trascorso le prime sei settimane vivendo sulle spiaggia in una tenda pescando e cucinando a fuoco aperto ma sopratutto andando in esplorazione in lungo e largo .
Lasciare l’isola non è affatto semplice perché la situazione in Yemen continentale influenzano, anche se in minima parte gli isolani. Eva è stata anche ricoverata due volte nelle strutture sanitarie locali, la prima volta a causa di una brutta caduta mentre arrampicava, la seconda per un problema di virus intestinale. Il sistema sanitario è curato e formato dagli Emirati Arabi, quindi è in genere più affidabile e sicuro di quello sulla terraferma in Yemen. Ma con il virus non ci sono voli commerciali e le navi mercantili che portano provviste vengono messe in quarantena al largo della costa prima di consentire lo sbarco. Inoltre, Socotra sta entrando nella sua stagione dei monsoni; Eva è riuscita a imbarcarsi sull’ultima nave merci prima che i venti forti porteranno un isolamento totale dell’isola .
Situazione politica
Qui si vive solo di lontanissimo riflesso la situazione di guerra in Yemen. Socotra sembra che sia abbastanza sicura.
nel 2018, gli Emirati Arabi Uniti hanno inviato centinaia di truppe sull’isola senza il permesso yemenita:
la guerra civile in Yemen è inizia 2011, quando il presidente di allora, a seguito delle proteste nelle primavere arabe fu costretto a cedere il potere dopo 33 anni. Il suo successore il presidente Hadi dal 2014 è in lotta contro il movimento ribelle musulmano sciita degli houthi, che ha preso il controllo della capitale, e ha esiliato Hadi. La crisi si è intensificata nel 2015, quando una coalizione a guida saudita, inclusi gli Emirati Arabi Uniti, è intervenuta contro i ribelli Houthi per ripristinare il governo di Hadi. Si stima che già 100.000 persone sono morte nel conflitto.
Questa isola è spesso descritta come un luogo dall’aspetto extraterrestre per i suoi insoliti alberi di sangue di drago, che non crescono in nessun’altra parte del mondo
Hai ascoltato un podcast raccontato, scritto e montato da Damiano Crognali, che sono io, da Kuwait City, la voce italiana ad eva zu Beck è stata prestata da Laura Cunico, sulle dichiarazioni che eva ha rilasciato ai giovani e ai media internazionali o ha scritto sui suoi socia media.
Grazie dell’attenzion e
Conclusioni
La prima domanda che mi sono fatto quando tramite Eva sono venuto a conoscenza di Socotra è stata: ma questa isola è sicura? Insomma siamo in Yemen.
Senza dubbio non è una meta turistica, altrimenti qui sarebbe pieno di alberghi e turisti appunti. Non è diciamo una meta tradizionale per i viaggiatori, sebbene sia stato molto battuta fin dall’antichità. Iniziamo dal dire che Socotra fa parte dello Yemen, ma non si vive se non di lontanissimo riflesso la situazione in Yemen. Però a livello diplomatico è stata il luogo di una lotta di potere. L’estate scorsa, gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato la fine del loro ruolo nella coalizione guidata dai sauditi contro i ribelli Houthi, che sono appoggiati dall’Iran, in lotta contro il governo regolare, che fatica a tenere la capitale sanaa. Questo è grossomodo il riepilogo della situazione che si ha in Yemen.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno una base di appoggio a Socotra, che gode di una posizione strategica su una rotta marittima internazionale, conferendo la cittadinanza emirati a centinaia di residenti. Inoltre gli abitanti di socotra hanno la possibilità di formarsi come poliziotti presso gli emirati arabi e fungere in futuro da forza di sicurezza sull’isola.
Sebbene ho letto qualche dichiarazione che dice che l’isola non verrà mai trascinata in un’ondata di violenza e nella guerra in Yemen, e me lo auguro prego per questo sinceramente, si sono già registrati sull’isola scontri tra miliziani separatisti e truppe governative. La popolazione è insorta e sono state organizzate manifestazioni contro la crescente presenza dei soldati sull’isola, che hanno portato le tensioni anche qui.
Ma ad oggi la guerra e il coronavirus per fortuna sono problemi sullo sfondo, insieme al cambio climatico conle temperature che qui come altrove sono in aumento e hanno portato lunghi periodi di siccità con danni gravi sulla la stessa Dracena che è oggi un albero a rischio
Cosa ne sarà di Socotra è legittimo e doveroso chiederselo. Perché quando dico che questa è una isola legendaria, parlo seriamente. Pensa che ne parlavano i greci ricollegando l’isola alla mitologia dei Dioscuri, Castore e Polluce, gli immortali figli di Zeus, e viene citata dal poeta romano Virgilio. I romani la tracciavano nelle loro rotte commerciali con l’India. Il suo nome Socotra, probabilmente deriva da un termine sanscrito che vorrebbe dire “Isola della Felicità” o “Isola felice”.
Nel periodo dei monsoni vi sono forti venti e mare molto mosso che in molte occasioni faceva naufragare le imbarcazioni e le navi che passavano nelle sue rotte per raggiungere le Indie. Probabilmente molti dei suoi storici abitanti sono arrivati qui da naufragi o discendenti di schiavi neri africani, sbarcati qui alla ricerca della libertà.
Oggi la sua popolazione è interamente musulmana, ma la tradizione sostiene che nel 50 dopo la morte di cristo arrivasse su questa isola l’apostolo Tommaso, famoso nei vangeli per essere colui che se non vede non crede a cui il Gesù risorto rispose: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e crederanno!. L’apostolo Tommaso, dopo aver lasciato Babilonia dove era giunto per evangelizzarla, secondo le leggende salpando via mare alla volta dell’India dove poi sarebbe giunto e morto, naufragò durante il viaggio sull’isola di socotrà, evangelizò al cristianesimo la popolazione e con i resti della sua barca costruì qui una chiesa. Del cristianesimo dell’inizio non è rimasto nulla quando misero piede qui per la prima volta gli esploratori portoghesi nel 1500 se non qualche croce di pietra ancora visibili che sarebbero state erette un tempo dagli abitanti. Quando arrivo sull’isola nel 1542 il gesuita missionario spagnolo san francesco saverio riporta che nella sua opera di evangelizzazione incontrò qui un gruppo di locali sosteneva di discendere dagli primi convertiti da San Tommaso che già conosceva quella stessa religione a cui il santo missionario gli stava parlando. In seguito l’isola passò sotto il controllo del sultanato di Mascate e si ritiene che nel 1800 arrivarono qui gli arabi wannhabiti che distrussero ogni altra fede contraria a quella del loro profeta.
Con l’indipendenza dello Yemen, Socotra passò allo Yemen meridionale, entrando poi a far parte dello Yemen unificato il 22 maggio 1990. E da allora ha inizio la storia moderna di questa terra che è molto interessante soprattutto sotto il profilo naturalistico. Originariamente parte della placca tettonica africano-arabica, rimane isolata a partire dal Terziario, dando vita ad un alto numero di endemismi sia vegetali che animali. Molte delle specie sull’isola sono uniche al mondo dove l’ albero “sangue di drago” è il simbolo di questa unicità insieme al soqotri, il simpatico dialetto dell’isola che si parla solo in questa parte del mondo.