È stato inaugurato il primo maggio 2019 il ponte che unirà da parte a parte la Baia del Kuwait, si chiama Jaber Causeway, è dedicato all’emiro defunto Jaber al Ahmad al Sabah, che ha governato il Kuwait durante la prima Guerra del Golfo, ed era quasi un anno che si aspettava l’inaugurazione.
E’ tra i ponti più lunghi del pianeta con 36 km che uniscono da un lato Kuwait City (Madinat Al-Kuwait), dall’altra la base per una nuova area di sviluppo economico, che si chiamerà Madinat Al-Hareer, che sorgerà entro il 2035. Madinat significa città in arabo, Hareer vuol dire seta, e da tutti è chiamata alla occidentale, Silk City, la città sulla via della seta, perché collegherà le rotte commerciali di Europa e Asia, evocando l’antica rotta alla quale la nuova città dovrebbe ispirarsi, una nuova via di scambio dei commerci mondiali.
In questa zona le autorità stanno sviluppando un’area economica di libero scambio nella quale sono già stati investiti quasi 100 miliardi di dollari.
Voluta dall’attuale Emiro del Kuwait, Sabah Al-Ahmad Al-Sabah, con l’idea di ridurre la dipendenza economica del paese dalle sue comunque consistenti riserve di petrolio e di gas.
Il ponte Jaber Causeway è stato progettato dal gruppo francese Systra e realizzato dalla sudcoreana Hyundai, infatti era presente all’inaugurazione insieme all’Emiro del Kuwait anche premier sudcoreano Lee Nak-yeon.
C’è anche un pizzico d’Italia in questa grande opera in quanto la Trevi, azienda di Cesena, è stata impegnata nelle opere di palificazione a mare, mentre un altra ditta italiana, la Prysmian di Milano, ha lavorato al sistema di trasmissione elettrico.
Il tempo di realizzazione del ponte è stato di 5 anni, ma ha portato quasi un anno di ritardo sul previsto con un costo stimato complessivo di 3 miliardi e mezzo di dollari.
Il ponte è sostenuto da 1.190 pilastri di tre metri di diametro. Alcune delle fondamenta sono state scavate a 72 metri di profondità. La parte più bassa è a circa 9 metri dal livello del mare, mentre quella più alta si eleva fino a 23 metri.
Il ponte consentirà di collegare Kuwait City alla zona di Subbya in meno di 30 minuti, invece degli attuali 90 minuti.
Per la prima volta una opera da primato mondiale non viene realizzata a Dubai, la città dei record, e questo è un bel segno perché significa che finalmente l’emirato dell’area del golfo che era rimasto indietro rispetto agli altri paesi emirati dell’area a causa delle ripercussioni sociali ed economiche della guerra del Golfo segna un bel traguardo e chissà che questo non sia il primo passo verso la sfida a Dubai in questa parte del mondo.
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