L’ex ambasciata degli Stati Uniti oggi si chiama Covo dello Spionaggio Americano ed è stato uno dei luoghi in cui si giocarono le sorti della rivoluzione del 1979 che ha svolto un ruolo cruciale nell’attuale scacchiere politico del medioriente.
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È un luogo affascinante da visitare: il giardino e l’ingresso anteriore dell’edificio che è stato ribattezzato ‘Museo Giardino dell’Antiarroganza’ è pieno di vivaci murales, nello stile di Teheran, di propaganda rivoluzionaria iraniana.
Raccontano come si sentivano gli studenti iraniani, sotto il giogo di quella che gli stati uniti chiamavano libertà e invece era per i giovani studenti iraniani una oppressione.
Quella che fu la cancelleria è oggi un museo che illustra soprattutto l’attività di spionaggio condotta a suo tempo entro queste mura.
La ex ambasciata statunitense a Teheran era infatti il più grande quartier generale e archivio della CIA di tutto il medioriente, e se sulle pareti dei corridoi e dei vecchi uffici oggi campeggiano i manifesti antiamericani e antisraeliani, o gli slogan a favore dell’islam e tutto il resto dentro è stato mantenuto fedelmente così come è stato trovato., La ‘stanza di vetro’ dove si tenevano le riunioni top secret, i dispositivi per la comunicazione radio, le oggi antiquate attrezzature – telex, vecchi computer e macchine tritadocumenti – a suo tempo utilizzate dal personale dell’ambasciata ci fa fare un salto indietro nel tempo.
Nell’ edificio fu orchestrato sia il colpo di stato che nel 1953 rovesciò il governo di Mohammad Mossadegh, che dopo aver predisposto la nazionalizzazione della compagnia petrolifera iraniana di proprietà britannica, venne rovesciato dalla CIA consentendo il ritorno dell’ultimo scià.
Sia sopratutto la rivoluzione islamica del 1979, Quei giorni hanno marcato l’inizio di una crisi diplomatica arrivata fino ai giorni.