Sono in un Covid Hotel da oltre 10 giorni, uno dei pochi ancora aperti tuttora in Italia, che siamo in questa fase finale del Virus, e che in questi ultimi giorni, mi dicono dalla reception, si sta ripopolando nuovamente.
Io sto bene e si, ovviamente ho preso il Covid. Probabilmente si tratta della variante Delta, ma questo non me l’hanno mai comunicato. Sono rimasto positivo la sera della vittoria dell’Italia agli Europei, a Barcellona, nonostante avessi fatto il vaccino.
Ma andiamo con ordine.
Come ho preso la Variante Delta?
Fino al 12 luglio stavo a Barcellona. Qui si contavano allora circa 6000 nuovi positivi al Covid, ogni giorno. La Barcellona dei primi di luglio sembrava essersi dimenticata del Virus, la vita tornava a scorrere tra la sua gente, era la fiera della rinascita, la festa degli ormoni e della spensieratezza.
A Barcellona i tamponi si potevano fare solo nei laboratori abilitati e non in farmacia, costano in media 40 euro e di solito la fila che si fa è molto lunga. Stavo a Barcellona per lavoro, intervistavo gente, facevo video agli eventi. Per questo mi monitoravo, stavo attento indossando la mascherina, mantenendo le distanze di un metro, e facevo il tampone antigenico ogni 48, al massimo ogni 72 ore.
Avevo anche fatto una dose di vaccino, a Palermo, il Pfizer, esattamente un mese prima e proprio in questi giorni avrei dovuto fare il richiamo, la seconda dose.
L’ultimo tampone negativo l’ho fatto all’una di pomeriggio dell’11 luglio, dopo una fila di quasi tre ore e di circa 2 km, ad un laboratorio su strada a Barcellona, al quale per fortuna sono risultato negativo. Altrimenti non avrei potuto viaggiare e rientrare a casa. Ma quella fila per fare il tampone non rispettava le distanze di sicurezza e sono sicuro ci fossero già dei positivi al test in coda con me.
Poi quella serata c’era anche la partita, la finale degli europei con l’Inghilterra, che ho deciso di guardare con gli amici Italiani in una pizzeria a Barceloneta, la spiaggia di Barcellona. Ho scelto un posto dove guardarla all’aperto e non al chiuso, sono stato attento quanto potevo, ma è qui che con ogni probabilità ho preso il Covid.
Non sono l’unico che è risultato positivo dopo quella cena e il gestore del locale, sebbene abbia fatto intervenire un paio di volte la polizia per diramare la folla, che da fuori si era formata e guardava la partita, beh in quella situazione era davvero difficile contenere l’euforia. Almeno siamo campioni d’Europa.
Poi sono rientrato il giorno dopo in Italia. Prima di partecipare al Web Marketing Festival, evento nel quale parlavo di Podcast e dintorni, a Rimini, sono passato a Bologna dove in stazione la Croce Rossa fa tamponi rapidi gratuiti per tutti. Li a poco più di 48 ore dall’ultimo test negativo fatto a Barcellona e dalla festa post-vittoria agli Europei, sono risultato “prima in dubbio” e poi, dopo aver implorato che mi facessero un secondo tampone (perché che cosa significa che il test è dubbio?) mi hanno confermato che avrei potuto avere una leggera presenza di Covid. Ma questo test antigenico, mi hanno detto, non è sicuro al 100%.
Siccome non c’era in tutta Bologna un solo posto che anche a pagamento mi potesse fare un tampone molecolare, che mi avrebbe detto con sicurezza se ero positivo o no, ho accettato di chiudermi nel Covid Hotel a Bologna, uno degli ultimi rimasti aperti in Italia fino ad oggi. Tutto questo accadeva il 14 luglio, giorno da cui sono chiuso in questa struttura e sono sparito dai social.
Che cosa è un Covid Hotel?
Si tratta di un Albergo che è stato destinato ad ospitare i malati di Covid. Ci lavora il personale amministrativo dell’Hotel, ma la gestione è dell’Ospedale.
Il servizio è gratuito, viene finanziato con le tasse che sto pagando proprio in questi giorni; ti passano quello di cui avresti diritto, se fossi ricoverato in Ospedale, ma hai una stanza tutta per te, un bel bagno in camera e il frigorifero e Internet dell’Hotel. Hai anche un televisore, che io non uso, un bollitore e ovviamente l’aria condizionata e la temperatura della stanza regolabile in camera. C’è anche un giardinetto dove si può prendere aria all’aperto, se non ci sono altri pazienti.
Mentre ci sono io, siamo una quindicina di ospiti malati o in dubbio, che sono in attesa di un responso dal tampone molecolare. Ma nell’ultima settimana gli ospiti sono in aumento e pare siano tutti e solo giovani o giovani adulti, come me.
Io mi ci sono trovato per caso, ho scelto di chiudermi qui, dopo che hanno accettato di prendermi, perché non c’era possibilità di fare un tampone molecolare a breve in nessun altro luogo (e comunque sarei stato positivo al Covid) e perché non potevo più prendere mezzi pubblici o circolare, col rischio di diffondere il virus.
Tutto sommato sono stato molto fortunato, se mi fosse successo di ammalarmi all’estero, sebbene io abbia l’assicurazione sanitaria, non credo che me la sarei cavata senza un esborso economico importante. Qui invece ha pagato tutto la Sanità Pubblica di Bologna, nonostante io fossi con un altra Asl.
Viaggiando per lavoro, inoltre, avevo per fortuna tutto con me, sia una valigia con il cambio, che l’attrezzatura per lavorare, telecamere, microfoni e il Mac. Non ho subito forti disagi, dunque, anche se è accaduto tutto all’improvviso e inaspettatamente; mi sono semplicemente trovato a dovermi prendere delle ferie forzate.
Qual è stata la mia esperienza con il virus?
All’inizio stavo benissimo. Facevo i tamponi con una tale frequenza, che ho acchiappato il virus ancora prima che si manifestasse con dei sintomi. Infatti a me, col senno di poi, è molto chiaro qual è il momento in cui il virus è entrato dentro di me, superando le mie difese immunitarie e invadendo il mio corpo. E’ stata la sera dei mondiali, dopo esser ritornato a casa a seguito della partita; non ho dormito per tutta la notte, ho sudato tanto, era il virus che mi entrava dentro (era l’11 luglio).
Poi ci ha messo qualche giorno a manifestarsi. All’inizio credevo che fosse solo l’ansia per il lavoro, per le consegne, e che la stanchezza fisica fosse dovuta al fatto di non sapere se potevo uscire da questo Hotel oppure no.
Poi la sera in cui ho fatto finalmente il tampone molecolare, che è stato giovedì 15 luglio, mi è venuta la febbre (la Variante Delta ci ha messo nel mio caso 4 giorni ad avere effetti visibili), anche se appena con qualche linea (Temperatura: 37,2°-37,4°). Però con il caldo di fuori e l’aria condizionata dell’albergo, fino a quando non ho letto dal referto clinico che ero positivo al Covid, non pensavo che la mia stanchezza fosse dovuta al virus. Perché non lo riconosci subito, nel mio caso, che sono un giovane adulto, non te ne rendi conto, né credi che possa essere un virus, non pensi mai che possa capitare proprio a te.
Gli Effetti del VIRUS. Venerdì 16 Luglio, quando mi hanno dato i risultati del tampone, verso la fine di quel giorno, ma sopratutto il sabato dopo, sono stato male: non ho dormito, ho sudato tanto, mi facevano male i muscoli, avevo tanto muco, avevo i polmoni intasati e facevo fatica a respirare, ho avuto qualche linea di febbre. Per fortuna nulla di grave. Sentivo anche molto freddo, infatti mi sono fatto dare un lenzuolo di lana, pensate, a fine luglio!
Il tutto fino alla domenica, che anche se ancora ammaccato, mi sentivo finalmente bene.
Diciamo che ho sfebbrato il virus tra venerdì e il sabato. Domenica sono riuscito a dormire, anche perché venivo da due notti insonni (il mio star male è durato poco più di 48 ore in totale).
Da lunedì di questa settimana (19 Luglio) mi sono completamente ripreso, ho ricominciato a svegliarmi all’alba e ho ripreso ad allenarmi nel giardinetto dell’hotel, quando non ci sono gli altri ospiti del Covid Hotel.
Le reazioni quando sanno che hai il virus.
È ovviamente colpa tua, sempre. Se tu lo dici, vieni additato come quello che ha infettato tutti. Non sono mai gli altri, che non si controllano, ma tu anche se ti fai i tamponi ogni 48 o 72 ore, che stai sempre attento, passi per l’untore. Non lo dicono, te lo fanno sentire. E non ci puoi fare nulla. Va sempre così.
Io ho aspettato di avere l’esito del tampone molecolare prima di comunicarlo, e anche qui, tante le critiche che mi hanno fatto per questa scelta, ma non mi andava di spaventare senza motivo chi mi aveva incontrato, visto che io per primo facevo fatica a credere che potessi aver contratto il Virus. E’ difficile crederlo quando hai una dose di vaccino e stai bene. Poi, una volta accertata la malattia, ho scritto ad ogni persona con cui ero entrato in contatto il giorno della vittoria agli Europei.
Ma la cosa più difficile è stato comunicarlo ad Immuni, che io ho sempre tenuto installato e attivo. Si è aperto un calvario, codici che non ti arrivano, email che non leggono, numeri di telefono che non funzionano. Mi fanno ridere le recensioni positive che ho letto sull’Apple store, del tipo: codice perfetto. Raccogliendo anche le esperienze degli altri, ci vuole all’incirca una settimana da quando scopri di avere il Virus, per segnalare che sei positivo all’app, tra codici, vari ed eventuali.
Semplicemente non funziona, se neanche riesci a segnalare la positività. Io ci sono riuscito solo perché ne ho fatto una questione di principio, ma sono stato uno dei pochissimi che ce l’aveva ancora e uno di quei pochi, che si contano sulle dita di una mano, che è riuscito a segnalare la positività.
Come mi sono curato.
Almeno qui dove l’ho curato, a Bologna, non ti danno nulla a meno che non hai sintomi specifici e io non li avevo. Ti passano giusto la Tachipirina, che è ciò che consigliano di prendere se hai la febbre alta. Io non l’avevo e inoltre i sintomi li ho cominciati a percepire da venerdì sera, quando gli infermieri non ci sono, fino al lunedì. Perché qui in albergo il weekend c’è solo il personale alberghiero.
Quello che ho fatto è stato trovare un accordo con una Farmacia: li chiamavo, li pagavo via PayPal e i farmacisti, quando staccavano il turno, mi portavano i farmaci in reception del Covid Hotel. In accordo con i medici dell’Usca, con cui mi sentivo al telefono, ho preso un paio di tachipinine da 500, quando ho avuto la febbre, ma poi mi hanno sconsigliato di proseguire, perché impediva il decorso del Virus. Poi ho anche preso il Fluimucil Mucolitico, a bustine, per liberare le vie respiratorie. E per finire Sali minerali, magnesio e potassio e poi vitamine C e D e integratori, che mi ha inviato un mio amico da Roma (Grazie Giggi!).
La solitudine e altri problemi.
All’inizio è stata dura, perché non volevo far preoccupare nessuno fino a quando non avessi avuto la certezza che fossi positivo. Quindi, da mercoledì a venerdì mi sono completamente isolato. Ma anche dopo, dal momento che non puoi avere contatti sociali, diventa difficile. Qui, in cattività, ho riapprezzato il sapore della libertà e del tempo di qualità dedicato con le persone che riuscivano ad ascoltare le mie farneticazioni e problemi. Io faccio tante pratiche e ho amici che di lavoro sanno ascoltare, quindi sono stato fortunato, ma questo della solitudine è uno degli aspetti più insidiosi, sopratutto se resti chiuso qui per tanto tempo.
Quello che ho imparato è che saper ascoltare, riuscire ad interagire con chi sta male, è questa la qualità che un paziente apprezza maggiormente dal personale che lo assiste in questa situazione. Un personale super-efficiente non serve ad una mazza di niente, se non ti sa ascoltare. Io sono capitato bene e devo dire che il personale alberghiero, che studia e pratica l’accoglienza per lavoro, è molto più preparato in una situazione come la mia, rispetto a quello infermieristico.
Io ci sto da relativamente poco tempo, per cui i più grossi problemi che mi sono trovato ad affrontare sono stati: Internet e lavarmi gli indumenti.
I gestori telefonici ci mettono dai 5 ai 10 giorni per farti arrivare una scheda dati. In alternativa devi recarti personalmente in un negozio fisico o fare la delega a qualcuno (ma io qui non avevo nessuno).
Brutta storia con ILIAD, il gestore telefonico. Se finisci i dati per navigare prima del tempo, come è successo nel mio caso, che ho Iliad, non puoi riattivare prima l’offerta, navighi a consumo. Ho speso qualcosa come 6 euro per navigare niente. Hai certo l’Internet dell’Hotel, che è una fortuna, ma questo non va bene se ci devi lavorare come nel mio caso, che faccio video, lavoro in streaming.
Ho scritto e chiamato tante volte ad Iliad per spiegargli la situazione, ma nulla da fare. Mi hanno risposto per email ad una mia Pec, dicendo che io dovevo chiamarli. Li ho chiamati al 177 e mi hanno detto che la Pec non è il canale di comunicazione giusto, dovevo mandare un Fax. E’ tutto vero. Non ho ancora capito se lo fanno per lucrare da queste situazioni o è una azienda semplicemente fuori dal mondo.
Lavanderie non attrezzate alla situazione. E’ stato difficile anche trovare una lavanderia che ti lavasse i vestiti. Mi pare che le piccole lavanderie locali siano ancora rimaste fuori dalla transizione al digitale. Alla fine ho fatto la spesa online, ho comprato il detergente e mi sono lavato i vestiti da solo nel lavandino del bagno. Ho chiesto uno stendino all’Hotel, me lo hanno dato, ma è stata una eccezione che mi hanno concesso.
Il Covid Hotel
L’albergo Covid, come ho già scritto, è stata una bella fortuna. La prima volta che sono entrato mi è sembrato di dover vivere in un albero dei film horror, senza neanche sapere quanto tempo sarebbe durato il mio soggiorno, con questi sacchi dell’immondizia appoggiati fuori le porte e la pulizia che ovviamente non era quella che ti aspetti in un luogo così, mi impressionavano le finestre sporche e gli insetti giganti morti per terra o sui davanzali delle finestre. Però insomma, è estate, fa caldo e cosa c’è da aspettarsi? Qui sono tutti malati di Covid… alla fine la pulizia veniva fatta spesso, una volta a settimana, anche in camera, e ogni giorno passano a ritirare la spazzatura (e giustamente quando non è siggillata non la ritirano) e per pulire le aree comuni. La pulizzia in camera quotidiana è compito tuo, di base non puoi uscire dalla stanza, ma insomma non è un carcere e sono flessibili.
È stato tutto sommato come vivere in ospedale, ma con i servizi di un hotel. Non poteva capitarmi di meglio, con una stanza solo per me, un bel bagno e il frigo in camera e la reception sempre a disposizione. Ve lo immaginate se fossi stato in casa, che dovevo fare tutto da solo, o coinvolgere altre persone?
L’unica pecca è stato il caffè, che qui non te lo passano. Ma poi ho fatto amicizia coi signori del palazzo di fronte, che quando facevano la Moka per loro, me lo portavano. E poi anche l’albergo ha fatto uno strappo per me e ogni tanto me lo ha cominciato a passare (per me il caffè è come le sigarette per i fumatori!).
Le problematiche e i tanti obblighi li impari a gestire e ad adattarti. Io sono stato fortunato a sapere di avere il virus qui in città e non in un luogo sperduto di campagna. Le farmacie sono tecnologicamente evolute e soprattutto aperte mentalmente, e hanno accettato di essere pagate via paypal e di portarmi le cose, senza essere pagate per il servizio di trasporto. Non è da tutti. Inoltre qui a Bologna dove mi trovo, è una città metropolitana, hanno i servizi di consegna, come Deliveroo e Glovo, potevo ordinarmi da mangiare, quando il mangiare dell’ospedale mi metteva tristezza. Comunque ho sempre avuto dal Covid Hotel tre pasti al giorno.
Si può sapere se hai il Covid dalla Voce?
Da Lunedì (19 luglio) ho ricominciato come ho già scritto ad alzarmi alle 5, a farmi la doccia fredda al mattino e fare un po’ di esercizio fisico leggero.
Adesso (venerdì 23 luglio) sono 4 giorni che sto benissimo. E mentre cercavo notizie per una prossima storia da raccontare in video, ho scoperto questa sturtup, si chiama VoiceMed. Con la loro App VoiceMed One (ancora non disponibile, io ho avuto un prototipo), individuano il Covid tramite la voce, uno starnuto, il modo in cui respiri. È una app che ti scarichi sul cellulare, che ad oggi ancora non è in commercio, perché la stanno validando con alcuni ospedali, io l’ho provata stamattina, giovedì 22, il giorno prima di fare il Tampone molecolare.
Vi faccio vedere come funziona. Da un mio video su Tik Tok.
@ilbellodelweb Si può scoprire se hai il COVID dalla Voce? #deltavariant #Covid #Voice
♬ suono originale – Damiano Crognali PODCAST 🎧🎙
VoiceMed la scarichi sul cellulare, io ho un prototipo, poi analizza la tua tosse, poi il tuo respiro e per finire la tua voce.
Se l’audio è pulito e passa il check qualità viene analizzato tramite dei marcatori da un algoritmo allenato a riconoscere il covid dalla voce
L’analisi del suono della tosse è simile all’analisi del sangue, mi dicono i due founder, vengono estratti biomarcatori vocali che si collegano ad una patologia o ad un virus specifico come quello del COVID19.
Per allenare l’algoritmo di questa app, sono stati usati campioni sonori di persone con vari virus respiratori come l’influenza, ed il modello ha imparato ad essere sempre più specifico.
VoiceMed One è certificato come dispositivo medico software da parte del ministero della salute, ed ha un indice di affidabilità del 74.4% quasi quello di un tampone rapido.
Il mio risultato sull’app di VoiceMed è stato Negativo.
Conclusioni
Adesso, mentre scrivo, sono solo in attesa di questo tampone molecolare che dovrebbe arrivare oggi, sabato 24 luglio.
Se il risultato sarà negativo, poi mi arriverà una email con un foglio che posso lasciare l’albergo. Se è positivo, dal momento che sto benissimo, vuol dire che sono un asintomatico e mi toccherà rimanere qui per 21 giorni complessivamente, prima di poter essere libero.
Insomma, incrociamo le dita e poi devo capire come dovrò fare con questo Greenpass, dal momento che ho la prima dosa di vaccino e ho preso poi il Covid.
Però su una cosa sono sicuro. Il vaccino va fatto, e la seconda dose del vaccino la farò lo stesso, quando sarà il mio turno, che a questo punto coinciderà col prossimo inverno, così almeno so che se mi ammalo, sicuramente non sarà stato per questo covid, che spero di essermi tolto da oggi davvero dal Ca**o.
Vi aggiorno .
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Aggiornamento
Al Tampone Molecolare di venerdì 23 luglio sono risultato: Basso Positivo. Il referto dice che: una bassa positività è riscontrabile in una fase tardiva dell’infezione.
Quindi significa che sto bene e sono in via di guarigione completa. In casi come questo: quando il tampone rileva una positività leggera, ma tu stai bene e non hai alcun sintomo, puoi richiedere di anticipare il nuovo tampone dopo 4 giorni dall’ultimo, che è quello che ho fatto io.
In conclusione: mi isolo e resto ancora qualche giorno in questo Covid Hotel, per risultare totalmente negativo, e conto entro la prossima settimana di uscire da qui. Con bassa positività hai una carica virale quasi nulla.
Chiudo questo lungo racconto con una riflessione basata solo sulla mia personale esperienza da paziente in questo contesto particolare: il virus, questa variante Delta del Covid, attacca sopratutto i giovani. Da quando sono entrato in Hotel, che eravamo una quindicina, ad oggi la struttura conta quasi una trentina di pazienti in più, quindi siamo raddoppiati e tutti giovani. Tutti o quasi siamo risultati positivi o basso positivi anche al secondo tampone molecolare, dopo 10 giorni, il che vuol dire che questa Variante Delta è più dura, di quello che i media raccontano, nell’andare via. Colpisce i giovani o i giovani adulti, che hanno difese immunitarie più alte.
Non ti curano, o meglio non ci sono farmaci per il Covid né tantomeno per le Varianti, ci si comporta come di fronte ad una normale influenza. Ma in questo caso ti obbligano all’isolamento fino a tampone negativo, con segnalazione alla prefettura (mi pare) per il divieto di circolazione.
Io sono orgogliosamente convinto di fare la scelta giusta ad isolarmi qui, sono grato al servizio sanitario nazionale per avermi messo in un Covid Hotel e gratuitamente, se fosse successo all’estero o in un luogo d’Italia dove non ci sono strutture così e siano organizzati come la Ausl di Bologna, avrei dovuto spendere di mio migliaia di euro (più di 10 giorni fuori, fatevi i conti).
Credo che la mia unica dose di vaccino mi abbia protetto dai tanti contatti che ho avuto sicuramente prima con persone positive e che non lo sapevano e sopratutto poi è stata la causa per avere effetti alleggeriti sulla mia malattia.
Ma questo virus, rispetto a qualunque altro, è intrecciato con la nostra società e la vita quotidiana, anche nel caso non si abbiano effetti visibili perché: se prendi questo virus, ti viene tolta la libertà.
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